Tipi di tumore al seno: qual è la differenza e quali sono le cure?

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I tumori della mammella non sono tutti uguali e la loro classificazione dipende da diversi fattori come l’istologia e i fattori prognostici. Comprendere queste differenze è fondamentale per capire le opzioni di trattamento e affrontare con consapevolezza il percorso terapeutico. In questo articolo esploreremo i principali istotipi di tumore al seno e come ciascuno influisce sulle scelte di cura.

Carcinoma duttale in situ (DCIS) e carcinoma duttale invasivo (CDi)

Il carcinoma duttale è la forma più comune di tumore al seno, che origina dai dotti lattiferi. Possiamo distinguere tra:

  • Carcinoma duttale in situ (DCIS): Si tratta di una forma non invasiva in cui le cellule tumorali sono ancora all’interno del dotto e non hanno invaso i tessuti circostanti. Il DCIS è considerato uno stadio precoce, spesso asintomatico e generalmente rilevato durante una mammografia. Trattamenti come la chirurgia (lumpectomia) e la radioterapia sono spesso sufficienti per prevenire il rischio di recidiva di malattia e, in alcuni casi selezionati, l’ormonoterapia rappresenta un trattamento d’elezione.
  • Carcinoma duttale invasivo (CDi): È il tipo più comune di tumore invasivo al seno, responsabile di circa l’80% dei casi. Il CDi si sviluppa nei dotti e poi invade il tessuto mammario circostante, con il rischio di diffondersi ad altre parti del corpo. Le opzioni di trattamento dipendono dallo stadio del tumore e possono includere chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie mirate, come quelle ormonali, in base alle caratteristiche delle cellule tumorali.

Carcinoma lobulare in situ (LCIS) e carcinoma lobulare invasivo (CLi)

Il carcinoma lobulare si sviluppa nelle ghiandole lobulari, che producono il latte materno.

  • Carcinoma lobulare in situ (LCIS): Più che un vero tumore, l’LCIS è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di carcinoma invasivo. Le cellule anomale si trovano all’interno dei lobuli ma non si diffondono. Il trattamento spesso consiste in un monitoraggio regolare e, in alcuni casi, in una terapia chirurgica preventiva per ridurre il rischio.
  • Carcinoma lobulare invasivo (CLi): Questo tipo di tumore rappresenta circa il 10-15% dei tumori invasivi al seno. È spesso più difficile da rilevare con la mammografia, poiché non forma un nodulo ben definito come il CDi Le opzioni di trattamento includono chirurgia, radioterapia, chemioterapia e, se il tumore è ormonosensibile, la terapia endocrina.

Altri tipi di tumore al seno

Esistono anche altri tipi meno comuni di tumore al seno che richiedono approcci specifici:

  • Carcinoma infiammatorio: È una forma rara ma aggressiva, in cui le cellule tumorali bloccano i vasi linfatici della pelle del seno, causando gonfiore, arrossamento e una consistenza simile alla buccia d’arancia. A causa della sua aggressività, richiede trattamenti combinati, tra cui chemioterapia, chirurgia e radioterapia.
  • Malattia di Paget del capezzolo: Questa forma rara coinvolge principalmente la pelle del capezzolo e dell’areola. Spesso è associata a un carcinoma duttale sottostante e il trattamento prevede la chirurgia seguita da radioterapia o altre terapie a seconda della diffusione.
  • Tumori triplo negativi: Questo tipo di tumore non esprime i recettori per gli estrogeni, il progesterone e la proteina HER2. Di conseguenza, non risponde alle terapie ormonali o mirate per HER2, rendendo la chemioterapia il trattamento principale. I tumori triplo negativi sono generalmente più aggressivi e richiedono un’attenta gestione.

Analisi per identificare la tipologia di tumore al seno

Per comprendere quale tipo di tumore al seno sia presente e scegliere quindi il trattamento più adeguato, vengono effettuati diversi esami e test diagnostici. Tra le principali analisi troviamo:

  • Mammografia: Spesso è il primo esame eseguito per rilevare anomalie nel tessuto mammario. La mammografia permette di individuare eventuali noduli o microcalcificazioni che potrebbero indicare la presenza di un carcinoma.
  • Ecografia mammaria: Utilizzata insieme alla mammografia, l’ecografia aiuta a distinguere tra masse solide (potenzialmente tumorali) e cisti piene di liquido, fornendo ulteriori informazioni sulla natura della lesione.
  • Risonanza magnetica (MRI): In alcuni casi, viene utilizzata per ottenere immagini più dettagliate, soprattutto quando mammografia ed ecografia non sono sufficienti per una diagnosi chiara.
  • Biopsia: La biopsia è il passaggio fondamentale per determinare la tipologia di tumore. Durante questo esame, un campione di tessuto viene prelevato dal nodulo sospetto e analizzato al microscopio. Questa analisi consente di identificare il tipo specifico di carcinoma e le sue caratteristiche, come la presenza di recettori ormonali (ER e PR) o della proteina HER2.
  • Test dei recettori ormonali e HER2: Una volta ottenuto il campione di tessuto tramite biopsia, vengono effettuati test per verificare se il tumore esprime i recettori per gli estrogeni (ER), il progesterone (PR) o la proteina HER2. Queste informazioni sono cruciali per decidere il trattamento più efficace, come la terapia ormonale o le terapie mirate per HER2.
  • Test genetici: In alcuni casi, vengono effettuati test genetici per individuare mutazioni specifiche, come quelle nei geni BRCA1 e BRCA2, che possono aumentare il rischio di sviluppare tumori al seno. Questi test possono influenzare le decisioni terapeutiche e aiutare a pianificare strategie di prevenzione per i familiari.

Come il tipo di tumore influisce sulle cure

Capire il tipo di tumore è essenziale per definire il percorso di cura più efficace. Ogni tipologia ha caratteristiche uniche che determinano la prognosi e il trattamento. Ad esempio, i tumori con recettori ormonali positivi (come molti carcinoma duttale e lobulare) possono essere trattati con terapie endocrine, che bloccano gli ormoni che alimentano la crescita del tumore. Queste terapie includono farmaci come il tamoxifene o gli inibitori dell’aromatasi, che possono ridurre la crescita tumorale e prevenire la recidiva. Spesso la scelta di una terapia ormonale è determinata dallo stato di fertilità di una donna: pre-menopausa o post-menopausa. Al contrario, i tumori HER2-positivi rispondono bene a terapie mirate con farmaci come il trastuzumab (Herceptin), che agisce bloccando la proteina HER2 e inibendo la proliferazione delle cellule tumorali. I tumori triplo negativi, che non esprimono recettori ormonali o HER2, richiedono spesso la chemioterapia come trattamento principale, ma negli ultimi anni sono stati introdotti nuovi approcci, come l’immunoterapia e gli anticorpi coniugati che offrono nuove speranze per migliorare i risultati.

Inoltre, il grado di invasività è un fattore chiave per decidere la strategia terapeutica. Tumori non invasivi o in situ, come il DCIS o l’LCIS, possono essere trattati efficacemente con interventi locali e monitoraggio, mentre i tumori invasivi richiedono approcci più articolati, che spesso combinano diversi trattamenti per assicurare che ogni cellula tumorale venga eliminata.

Conclusione

Ogni caso di tumore al seno è unico e la scelta del trattamento più adatto dipende dalla natura specifica del tumore. Comprendere la differenza tra carcinoma duttale, lobulare e altri tipi è fondamentale per affrontare con maggiore consapevolezza il percorso terapeutico e collaborare con l’équipe medica per scegliere le migliori opzioni di cura. Con una diagnosi tempestiva e un approccio personalizzato, oggi è possibile affrontare il tumore al seno con maggiore speranza e fiducia nelle possibilità di successo.