19 Giugno 2025
La coronarografia cardiaca, o angiografia coronarica, è una procedura diagnostica invasiva utilizzata per visualizzare lo stato delle arterie coronarie, i vasi sanguigni responsabili dell’afflusso di sangue al cuore. Questo esame riveste un ruolo cruciale nella diagnosi e nella gestione delle malattie coronariche, permettendo ai medici di individuare eventuali ostruzioni o restringimenti delle arterie.
Quando è indicata la coronarografia?
La coronarografia viene generalmente consigliata quando un paziente presenta sintomi sospetti di cardiopatia ischemica, come dolore toracico persistente (angina), respiro corto, affaticamento anomalo o dopo un evento cardiaco significativo, come un infarto del miocardio. È indicata anche in pazienti con test diagnostici precedenti anomali, come un elettrocardiogramma sotto sforzo o un’ecocardiografia con risultati non chiari.
Come si esegue la coronarografia?
La procedura si svolge in una sala di emodinamica attrezzata, dove il paziente viene solitamente sedato leggermente e rimane cosciente per tutta la durata dell’esame. Dopo una lieve anestesia locale, viene inserito un sottile catetere attraverso un’arteria periferica, solitamente l’arteria radiale al polso o l’arteria femorale all’inguine. Sotto il controllo di apparecchiature radiologiche avanzate, il catetere viene guidato fino alle arterie coronarie.
Una volta posizionato, viene iniettato un mezzo di contrasto radiopaco che permette una visualizzazione chiara e dettagliata delle arterie coronarie ai raggi X. Questo consente al medico di identificare eventuali restringimenti (stenosi), blocchi, anomalie congenite o altri problemi che potrebbero ostacolare il flusso sanguigno.
Cosa può rivelare la coronarografia?
La coronarografia è estremamente efficace nell’individuare:
- Restringimenti o blocchi delle arterie coronarie.
- Presenza di placche aterosclerotiche, che aumentano il rischio di infarto.
- Eventuali malformazioni o anomalie congenite del sistema vascolare.
- Valutazione dell’efficacia di precedenti interventi chirurgici, come bypass o angioplastica.
In base ai risultati, il medico potrà stabilire il trattamento più adeguato: terapia farmacologica, angioplastica con posizionamento di stent o, nei casi più complessi, chirurgia di bypass coronarico.
Alternative alla coronarografia
Esistono diverse alternative non invasive alla coronarografia, tra cui la TC coronarica (tomografia computerizzata delle arterie coronarie), la risonanza magnetica cardiaca e il test da sforzo. La TC coronarica è utile in pazienti a basso o medio rischio per malattie coronariche, offrendo una visualizzazione dettagliata delle arterie senza l’invasività della coronarografia. La risonanza magnetica cardiaca può valutare la funzione cardiaca e individuare anomalie strutturali, mentre il test da sforzo valuta la risposta del cuore durante l’attività fisica, identificando problemi funzionali. Questi metodi sono generalmente indicati quando il rischio di malattia coronarica è considerato moderato o basso, oppure per il monitoraggio di pazienti già diagnosticati con condizioni cardiovascolari.
Recupero e complicanze
Dopo la procedura, il paziente rimane sotto osservazione per alcune ore o per tutta la notte. Solitamente è possibile tornare a casa il giorno successivo, seguendo indicazioni specifiche sul riposo e sulla cura del sito di inserzione del catetere.
Le complicanze della coronarografia sono rare, ma possono includere emorragie, infezioni o reazioni allergiche al mezzo di contrasto. I benefici dell’esame superano comunque ampiamente i rischi potenziali, specialmente quando eseguito in strutture altamente specializzate e da personale medico esperto.
La coronarografia rimane uno strumento fondamentale nella lotta alle patologie cardiache, offrendo diagnosi precise e tempestive, indispensabili per un trattamento efficace e la prevenzione di complicanze cardiovascolari gravi.