A Villa Margherita un trattamento all’avanguardia per il carcinoma ovarico

Carcinosi a Villa Margherita



Ogni anno il carcinoma ovarico colpisce circa 5.200 donne, attestandosi così al decimo posto tra le forme tumorali più diffuse (con il 3%). In questo scenario, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 40%, questo perché in molti casi la malattia è riconosciuta solo tardivamente.

Negli ultimi anni stiamo però assistendo ad un lento miglioramento di questi dati, grazie ai continui sforzi della ricerca e all’utilizzo di nuove tecniche di intervento. Fra queste la più interessante dal punto di vista clinico prevede la combinazione di chirurgia (CRS) e di chemio-ipertermia intraperitoneale (HIPCE).

Una terapia all’avanguardia, che oggi rappresenta il miglior approccio possibile, e che è stata eseguita pochi giorni fa a Villa Margherita dall’equipe chirurgica guidata dal professor Chirletti, in collaborazione con l’oncologo dott. Caponnetto con un intervento che ha portato all’asportazione di un grosso tumore a livello addomino-peritoneale, con chemioterapia intraoperatoria.

Quella effettuata a Villa Margherita è un’operazione complessa che avviene attraverso due fasi separate e successive, ma entrambe importanti per l’esito del trattamento:

  • CRS (Chirurgia Cito-riduttiva), rimozione chirurgica di tutto il tessuto neoplastico visibile.
  • HIPEC (Chemio-ipertermia Intraperitoneale), un lavaggio della cavità peritoneale con farmaci chemioterapici ad alte concentrazioni ed in ipertermia per uccidere le cellule cancerose libere e gli agglomerati microscopici di cellule tumorali che restano dopo l’intervento chirurgico.

L’utilizzo di questa tecnica combinata di chirurgia e chemioterapica consente la somministrazione di dosi più elevate di trattamento chemioterapico e allo stesso tempo minimizza molti gli effetti collaterali della chemioterapia standard. Infine, l’effetto termico sui tessuti migliora l’assorbimento dei farmaci chemioterapici da parte dei tessuti tumorali.

 

L’intervento effettuato dal dottor Chirletti di Villa Margherita arricchire così l’offerta terapeutica della struttura romana nei confronti di quei pazienti che fino a pochi anni fa avevano poche chance terapeutiche, con risultati importanti sia in termini di aumento della sopravvivenza che di miglioramento della qualità della vita.