LA CHIRURGIA PANCREATICA – Come cambiano i risultati


  • Prof. Piero Chirletti

IL TUMORE del pancreas esocrino rappresenta nel mondo occidentale la 5° causa di morte per neoplasia, con un tasso di incidenza relativamente stabile negli anni e pari a 10/100.000 abitanti. Nei paesi occidentali è’ responsabile di oltre 40.000 decessi l’anno. I fattori di rischio più importanti sono: l’età avanzata (7080 anni), il fumo di sigaretta – il 25-29% dei fumatori può sviluppare, a distanza di oltre 15 anni, un tumore del pancreas, il diabete di tipo II da oltre 10 anni e l’obesità. Da studi epidemiologici è emerso, inoltre, un possibile ruolo protettivo di una dieta ricca di vegetali e di frutta, mentre un possibile ruolo causale è rappresentato dall’aumentato apporto di carboidrati, colesterolo e carne.
Si calcola che la sopravvivenza a cinque anni, per tutti gli stadi di malattia, non supera il 15% dei casi. Le ragioni per cui il carcinoma del pancreas è associato ad una prognosi così severa, sono da ricercare nel fatto che spesso i segni ed i sintomi di malattia, sono talmente aspecifi ci, da pancreatico del 76%, con una specifi cità del 91% . Il reperto ecografi co può migliorare sensibilmente solo in associazione con l’endoscopia. L’ Ecoendoscopia., infatti, rappresenta una delle metodiche diagnostiche di scelta per la defi nizione di resecabilità
del tumore pancreatico.
La TC multislice a strati sottili con ricostruzione coronale è la metodica più frequentemente usata per la diagnosi, per la stadiazione e per la valutazione di resecabilità della neoplasia con un’accuratezza diagnostica di oltre il 90% dei casi.
La prognosi del carcinoma del pancreas esocrino è fortemente condizionata dalla precocità della diagnosi e quindi dalla conseguente possibilità di realizzare una exeresi chirurgica radicale.
Le tecniche operatorie sono notevolmente cambiate rispetto al passato, si consideri che fi no a dieci-quindici
anni fa la chirurgia pancreatica era essere sottovalutati e condurre, così, tardivamente alla diagnosi.
La sede più frequente di sviluppo nella neoplasia pancreatica è la testa (oltre il 60% dei casi), segue la coda (20-30% dei casi) e quindi il corpo ( 10-20% dei casi ).
Il sintomo più frequente per i tumori localizzati alla testa del pancreas è rappresentato dall’ittero, spesso ingravescente che può comparire improvvisamente anche senza dolore addominale (ittero nudo), dovuto
alla ostruzione del tratto intrapancreatico del coledoco.
Purtroppo la comparsa dell’ittero, in circa la metà dei casi, si correla con una neoplasia avanzata. Presto si associano sintomi generici come inappetenza, vaga dolenzia addominale post prandiale e dimagramento. L’obiettività addominale è spesso poco signifi cativa. L’ecografi a rappresenta l’esame diagnostico non invasivo di prima istanza nel paziente con ittero o con dolore addominale persistente. Complessivamente l’ecografi a ha una sensibilità nella diagnosi del carcinoma gravata da un elevata mortalità operatoria. Oggi, nei centri chirurgici così detti “ad alto volume” dove si effettuano oltre 20 interventi l’anno di resezioni pancreatiche, la mortalità operatoria è compresa tra lo zero ed il 2 % dei casi. La mia esperienza personale e quella dei miei
collaboratori, che si è sviluppata negli ultimi 15 anni, è frutto di una dedizione continua a questo tipo di chirurgia, nata con i miei maestri nell’Università di Roma SAPIENZA e presso la Clinica Villa Margherita
di Roma. Essa comprende oltre 200 interventi di chirurgia pancreatica, di cui il 90% per patologia tumorale. I trattamenti adiuvanti e neo-adiuvanti successivi all’intervento chirurgico hanno consentito di migliorare la sopravvivenza a distanza globale. Ragione questa che ci spinge ancora di più ad affrontare con maggior interesse una patologia così aggressiva e ad adottare tecniche chirurgiche più avanzate per ridurre la morbilità e la mortalità di una chirurgia così complessa, come quella delle resezioni pancreatiche.

Prof. Piero Chirletti