Polipi in gravidanza: rischi, diagnosi e trattamento

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I polipi uterini in gravidanza sono una condizione che può destare preoccupazione nelle future mamme. Si tratta di escrescenze benigne che si formano all’interno della cavità uterina o del canale cervicale. Sebbene nella maggior parte dei casi siano innocui, la loro presenza durante la gestazione richiede attenzione e monitoraggio medico per garantire la sicurezza della madre e del bambino. In questo articolo analizziamo rischi, diagnosi e possibili trattamenti.

Cosa sono i polipi uterini

I polipi sono piccole formazioni che si sviluppano dalla mucosa dell’utero (endometrio) o dal collo dell’utero (cervice). Sono costituiti da tessuto ghiandolare e stromale, e nella maggior parte dei casi hanno natura benigna. Possono variare per dimensioni e numero: alcuni sono millimetrici, altri raggiungono diversi centimetri.

Polipi in gravidanza: quali sono i rischi

Durante la gravidanza, la presenza di polipi può comportare alcuni rischi e disagi:

  • Perdite ematiche o spotting: il polipo, soprattutto se localizzato a livello cervicale, può provocare sanguinamenti.
  • Aumento del rischio di infezioni: la sua presenza può favorire la proliferazione batterica.
  • Minaccia d’aborto o parto prematuro: in rari casi, polipi voluminosi o infetti possono aumentare il rischio di complicanze ostetriche.
  • Dolore o fastidio: non sempre presente, ma possibile in base a dimensioni e posizione.

È importante sottolineare che nella maggior parte dei casi i polipi non compromettono l’andamento della gravidanza, ma richiedono valutazioni specialistiche periodiche.

Diagnosi dei polipi uterini in gravidanza

La diagnosi si effettua attraverso:

  • Ecografia transvaginale: consente di individuare la presenza di polipi e valutarne dimensioni e posizione, con un’elevata precisione.
  • Visita ginecologica: fondamentale per osservare eventuali polipi cervicali e valutare eventuali sintomi correlati.
  • Istero-sonografia: tecnica ecografica con mezzo di contrasto salino, utile per una visione più dettagliata della cavità uterina, sebbene non sempre praticabile in gravidanza.

In alcuni casi, il ginecologo può associare anche esami del sangue o tamponi vaginali per escludere infezioni correlate alla presenza di polipi.

Il monitoraggio ecografico regolare è essenziale per valutare l’evoluzione della gravidanza e il comportamento del polipo.

Trattamento dei polipi in gravidanza

La gestione dei polipi uterini in gravidanza varia a seconda della situazione clinica:

  • Approccio conservativo: nella maggior parte dei casi, se i polipi non causano sintomi rilevanti o complicanze, si preferisce monitorarli senza intervenire fino al termine della gravidanza.
  • Rimozione chirurgica (polipectomia): indicata solo in caso di polipi di grandi dimensioni, sanguinamenti persistenti o sospetto di degenerazione. L’intervento viene valutato con estrema cautela, considerando rischi e benefici.

Dopo il parto, in assenza di regressione spontanea, può essere consigliata la rimozione del polipo in condizioni di maggiore sicurezza.

Prevenzione e follow-up

Non esistono strategie specifiche per prevenire i polipi in gravidanza. Tuttavia, è fondamentale:

  • effettuare regolari controlli ginecologici;
  • monitorare eventuali sintomi (perdite, dolore, infezioni);
  • seguire le indicazioni del ginecologo per garantire la salute di madre e bambino.

Conclusioni

La presenza di polipi in gravidanza richiede attenzione ma non deve necessariamente essere motivo di allarme. Con un corretto monitoraggio e una gestione personalizzata, la maggior parte delle gravidanze procede senza complicazioni. Affidarsi a un centro specializzato come Villa Margherita significa contare su un team esperto che accompagna le future mamme con competenza, sicurezza e sensibilità.