I sintomi del basso apparato urinario: problema oscuro, soluzioni chiare



Carla, 57 anni, soffre di incontinenza urinaria; Roberto, 63 anni, deve essere operato alla prostata; Luigi, 23 anni, ha una vescica neurologica dopo un incidente di moto; Roberta, 32 anni, soffre di cistiti ricorrenti. E poi ci sono Mario, 72 anni, che si alza la notte per urinare, Lucia, 45 anni, che deve fare la pipì spesso e con urgenza e Filippo, 65 anni, che lamenta incontinenza di urine dopo un intervento alla prostata.
Che cosa hanno in comune queste persone? Che sono tutte affette da disturbi funzionali del basso apparato urinario. “I sintomi del basso apparato urinario – afferma il Prof. Enrico Finazzi Agrò, Professore Associato di Urologia presso l’Università di Roma Tor Vergata sono molto comuni, soprattutto con l’avanzare dell’età e il loro Impatto sulla qualità di vita è devastante.”
C’è chi non esce di casa, chi deve indossare un assorbente urinario e, persino, chi e costretto all’utilizzo del catetere. “La cosa incredibile – continua Finazzi Agrò – è la disinformazione per cui molti pazienti non si recano dal medico. Eppure potrebbero essere curati!”.
Le terapie non sono necessariamente chirurgiche: esistono farmaci, ma anche terapie di tipo riabilitativo, una sorta di ginnastica che può migliorare i disturbi riferiti dai pazienti. Solo nei casi più difficili si ricorre alla chirurgia, quasi sempre mini invasiva. Per orientare la terapia, serve una corretta diagnosi: la prova regina e l’esame urodinamico. Il Prof. Finazzi Agrò, Presidente eletto della Società Italiana di Urodinamica, sostiene che “l’esame urodinamico e un test poco invasivo e permette una diagnosi accurata; non è sempre necessario, ma spesso aiuta il medico a inquadrare i problemi, basandosi su dati oggettivi, non su congetture. Solo così si garantisce la qualità nel trattamento del paziente.

Prof. Enrico Finazzi Agrò