Tumore al seno: guarigione definitiva o rischio di recidiva?

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Il tumore al seno è la patologia oncologica  più comune tra le donne e affrontarla significa intraprendere un percorso fatto di cure, speranze e sfide. Una delle domande più frequenti che le pazienti si pongono è se sia possibile guarire definitivamente o se rimanga sempre il rischio di una recidiva. In questo approfondimento, esploreremo le possibilità di guarigione dal tumore al seno, il ruolo delle terapie, l’importanza degli stili di vita post-trattamento e il monitoraggio costante.

Possibilità di guarigione definitiva

La prognosi del tumore al seno dipende da numerosi fattori:  il tipo e lo stadio della malattia al momento della diagnosi, l’età della paziente e le caratteristiche molecolari del tumore (fattori prognostici).Grazie ai progressi della medicina e alla diagnosi precoce, oggi è possibile ottenere una guarigione completa in una significativa percentuale di casi. I tassi di sopravvivenza a cinque anni sono notevolmente migliorati negli ultimi decenni, soprattutto per i tumori diagnosticati in fase precoce. Attualmente, il tasso di sopravvivenza a cinque anni per le pazienti con tumore al seno diagnosticato in stadio precoce supera il 90%, mentre per le forme più avanzate si aggira intorno al 60-70%. Secondo i dati dell’American Cancer Society, circa il 99% delle donne con tumore al seno in stadio I sopravvive almeno cinque anni dalla diagnosi, mentre per le pazienti in stadio III questa percentuale scende al 72%.

Le terapie disponibili includono interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia, terapie ormonali e, più recentemente, terapie mirate e immunoterapie. L’obiettivo di queste cure è eliminare tutte le cellule tumorali e prevenire il loro ritorno. Nei casi di tumori diagnosticati in fase iniziale e con bassa aggressività, le possibilità di una guarigione definitiva sono molto elevate.

È importante affermare che, anche le donne con tumore  al IV stadio, oggi possono curarsi e “convivere” con la malattia grazie a tutte le terapie che abbiamo a disposizione.

Terapie e personalizzazione del trattamento

Ogni paziente è unica, così come il percorso terapeutico. La personalizzazione delle terapie è fondamentale per massimizzare le probabilità di successo. La chirurgia può prevedere l’asportazione completa del seno (mastectomia) o solo una parte di esso (chirurgia conservativa), spesso seguita da radioterapia per ridurre il rischio di recidiva. Le terapie sistemiche, come la chemioterapia e le terapie ormonali, vengono scelte in base al tipo di tumore, alle sue caratteristiche molecolari e alla risposta del corpo della paziente. Su questo hanno un ruolo rilevante test genomici che aiutano il clinico nella giusta scelta terapeutica per la paziente.

Possibili controindicazioni delle terapie sullo stile di vita

Le terapie contro il tumore al seno possono avere un impatto significativo sullo stile di vita delle pazienti. Ad esempio, la chemioterapia può causare affaticamento persistente, perdita di capelli, nausea e altri effetti collaterali che influiscono sulla qualità della vita quotidiana. La radioterapia può causare irritazione della pelle e stanchezza, mentre le terapie ormonali possono provocare sintomi come vampate di calore, alterazioni dell’umore e aumento di peso. Gli inibitori di CDK4/6 e altre terapie mirate, sebbene più specifici, possono anch’essi comportare effetti collaterali come diarrea, infezioni e riduzione delle difese immunitarie.

Anche l’impatto psicologico non va sottovalutato. Le pazienti possono sperimentare ansia, depressione e difficoltà nel mantenere un equilibrio emotivo, specialmente durante i periodi di trattamento intensivo. La qualità del sonno può essere compromessa a causa degli effetti fisici delle terapie e dell’ansia legata alla malattia e alla sua possibile recidiva. Per questo motivo, è essenziale adottare un approccio integrato che includa il supporto psicologico e strategie per la gestione dello stress e del benessere generale.

Le nuove terapie mirate, come gli inibitori di HER2 o le terapie che agiscono sui recettori ormonali, offrono opzioni più specifiche e meno tossiche per il trattamento di alcuni sottotipi di tumore al seno. Gli inibitori di HER2, come trastuzumab e pertuzumab, agiscono bloccando la crescita delle cellule tumorali HER2-positive, migliorando la sopravvivenza delle pazienti. Altre terapie includono gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti (CDK4/6), come palbociclib, ribociclib e abemaciclib, che rallentano la proliferazione delle cellule tumorali. Inoltre, gli inibitori di PARP, come olaparib, sono particolarmente efficaci nelle pazienti con mutazioni BRCA. In molti casi, queste terapie riducono significativamente il rischio di recidiva, migliorando la qualità della vita delle pazienti. L’avvento degli anticorpi coniugati come Trastuzumab-deruxtecan o Sacituzumab- govitecan hanno notevolmente migliorato i tassi di sopravvivenza nella malattia HER2 positiva, HER2- low e nei tumori triplo negativi, quest’ultimi da sempre considerati i più aggressivi.

Stili di vita post-trattamento

Una volta terminato il ciclo delle terapie, la sfida più grande per molte pazienti è mantenere uno stile di vita sano che riduca al minimo il rischio di recidiva. Numerosi studi suggeriscono che il mantenimento di un peso corporeo adeguato, un’alimentazione equilibrata e l’attività fisica regolare possano avere un impatto positivo nella prevenzione di una ricaduta.

Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e povera di grassi saturi e zuccheri raffinati può contribuire a sostenere il sistema immunitario e a mantenere un livello ottimale di salute. Anche l’attività fisica è fondamentale: camminare, fare yoga o dedicarsi a esercizi aerobici aiuta a migliorare la qualità della vita e a prevenire l’accumulo di grasso corporeo, un fattore di rischio associato a numerose forme di recidiva.

Monitoraggio costante

Il monitoraggio costante è essenziale per minimizzare il rischio di recidiva. Dopo il trattamento iniziale, è fondamentale seguire un piano di follow-up che includa controlli regolari con il medico oncologo, esami di imaging come mammografie, ecografie e risonanze magnetiche, e test di laboratorio come il dosaggio dei marcatori tumorali, emocromo e analisi della funzionalità epatica, per identificare rapidamente qualsiasi segno di ritorno della malattia.

La frequenza dei controlli varia a seconda delle caratteristiche del tumore e delle condizioni della paziente, ma in generale si raccomandano visite ogni tre-sei mesi nei primi anni dopo la terapia, poi a intervalli più lunghi. Il supporto psicologico è un elemento importante del percorso di guarigione, poiché aiuta le pazienti ad affrontare l’ansia legata alla paura di una possibile recidiva e a vivere serenamente il post-trattamento.

Conclusioni

Il percorso verso la guarigione dal tumore al seno è complesso e coinvolge molti aspetti della vita della paziente. Sebbene oggi sia possibile raggiungere una guarigione definitiva per molte donne, il rischio di recidiva rimane una realtà da considerare. Tuttavia, adottando uno stile di vita sano, seguendo le terapie adeguate e partecipando attivamente al programma di monitoraggio post-trattamento, aumentano in modo significativo le probabilità di vivere una vita lunga e sana.

La consapevolezza è un’arma potente. Affrontare il tumore al seno non è solo una sfida medica, ma anche una sfida personale che richiede forza, coraggio e il supporto di una rete di professionisti e persone care. La scienza sta facendo grandi progressi e, con il giusto approccio, è possibile guardare al futuro con speranza e determinazione. Prevenire, Guarire e Curare sono gli obiettivi che ogni donna deve perseguire.